Si tratta della storia di Virginio Chieri, giovane allievo ufficiale umbro-toscano, che non immagina niente di meglio che fuggire di casa all’età di ventidue anni, nel 1900, per imbarcarsi clandestino su una nave italiana in partenza per la Cina facente parte della spedizione europea unita nella missione di sedare la rivolta dei Boxer.
Dopo essere tornato in Italia conclusa la spedizione, questo giovane scavezzacollo decide di stabilirsi in Cina che non riesce a togliersi dal cuore.
Nel frattempo è riuscito a trovare un impiego come funzionario delle Poste e Dogane cinesi.
Intanto a Livorno ha conosciuto Luisa Fabbri, figlia di amici di famiglia. Si innamorano e pensano a future nozze.
Luisa, appena diciottenne, decide di accettare la proposta di matrimonio che Virginio le fa Luisa, appena diciottenne, decide di accettare la proposta di matrimonio che Virginio le fa e intraprende un lungo viaggio in nave da sola per andarlo a raggiungere.
Arrivata a destinazione, dopo varie peripezie riesce a rintracciarlo, si sposano e comincia così la vita avventurosa ed emozionante di questi due giovani un po’ incoscienti, un po’ sognatori ma legati da un forte attaccamento ai quattro figli che verranno, alla patria lontana e alla nuova amatissima patria, la Cina.
Nei dieci anni trascorsi all’interno della Cina a organizzare i servizi postali, la famiglia Chieri compie lunghi, massacranti e pericolosissimi viaggi sullo Yangtzekiang risalendo la corrente. Vive con l’incubo delle malattie che potrebbero colpire i quattro figli Pericle, Laura, Matilde detta “Mats”e Itala detta “Itsie”, la difficoltà di farli studiare ma anche la gioia di godersi paesaggi meravigliosi, due soggiorni nell’affascinante Canton, amicizie che dureranno una vita.
Si stabiliscono poi a Shanghai. Tutti loro ricorderanno “gli anni di Shanghai” e rimarranno sempre nella loro memoria come i più belli della loro vita.
La vita delle tre figlie ormai giovinette nella città che negli anni Trenta è la più cosmopolita del mondo, è costellata di ricevimenti sulle navi europee all’ancora a Shanghai, dalle amicizie con affascinanti ufficiali di marina e dalla scoperta di una società di amici cinesi, intelligenti, raffinati e colti, come l’allora sindaco di Shanghai Wu Te Chen, i Wellington Koo, T.V.Song, alle numerosissime serate passate nel mitico Cathay Hotel.
Assisteranno all’arrivo a Shanghai di Arturo Ferrrarin, al soggiorno di Edda e Galeazzo Ciano, all’ascesa dei Sassoon e dei Kadoorie, al risveglio di Shanghai che in quegli anni ricorda l’effervescenza e la vitalità della New York degli anni Sessanta, o meglio, della Shanghai di oggi.
“Le sorelle Chieri” verranno sempre ricordate per il loro fascino, la loro verve e la loro grande bellezza.
La storia si conclude con la tragica pagina del campo di concentramento giapponese a Weisen, nel nord della Cina dove Virginio e Luisa Chieri verranno deportati dopo l’8 settembre insieme agli altri membri della colonia italiana di Shanghai e in cui trascorreranno quasi tre lunghissimi anni fino alla liberazione da parte degli americani nel 1945.
Il loro dramma non finisce qui. Di ritorno a Shanghai troveranno la loro casa e i loro beni distrutti, saccheggiati e rubati, prima dagli occupanti giapponesi e poi dall’avanzata dei rossi.
Costretti a lasciare la Cina passeranno qualche anno in Giappone per finire la loro vita in Italia circondati dall’affetto delle figlie e dei nipoti.
La loro vita è stata coraggiosa, avventurosa, faticosa, onesta, entusiasmante, singolare, romantica, fiera, bella, a volte difficilissima e verso la fine dolorosa e drammatica.
Una vita degna di non venir dimenticata.
Grazie per queste informazioni. Sto conducendo una ricerca sui funzionari italiani delle dogane marittime cinesi e sarei interessato a leggere il diario di Virginio Chieri e Luisa Fabbri. Mi potete dare qualche indicazione? Vi ringrazio per quanto potrete fare
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