Galeazzo Ciano di Cortellazzo (Shanghai, 1930-33)

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Figlio dell'Ammiraglio Costanzo e di Carolina, Galeazzo Ciano di Cortellazzo nasce a Livorno il 18 marzo 1903. Durante la prima guerra mondiale si trasferisce prima a Venezia e poi a Genova, dove consegue la maturità classica. Ciano raggiunge Roma nel 1921 e si iscrive al Partito Nazionale Fascista (PNF). Durante gli studi universitari fa pratica di giornalismo presso “Nuovo Paese”, “La Tribuna” e “L'Impero”. In questo periodo scrive, senza successo, alcuni drammi teatrali. Laureatosi in legge nel 1925, non mostra volontà di intraprendere la professione di avvocato, bensì quella diplomatica. Ha subito successo. Diventa viceconsole a Rio de Janeiro, a Buenos Aires e, dal 1927, a Pechino come Segretario di legazione.

Nel 1930 sposa Edda Mussolini, figlia del Duce, con la quale subito dopo parte per Shanghai, come Console. Sara’ inviato straordinario e Ministro Plenipotenziario in Cina.Ciano torna in Italia nel 1933, è tra i componenti della delegazione italiana alla Conferenza economica di Londra. Diviene Capo dell'ufficio stampa della Presidenza del Consiglio. Membro del Gran Consiglio del Fascismo dal 1935, partecipa volontario alla guerra d'Etiopia comandando la leggendaria 15° squadriglia aerea da bombardamento, detta “Disperata” in ricordo di una vecchia Squadra d'azione Fascista di Firenze. 

Ottiene due medaglie d'argento al valore. Conte di Cortellazzo dal 1936, torna a Roma come addetto all'Ambasciata presso la Santa Sede. Dimostratosi sempre più brillante e capace, a soli 33 anni, viene nominato Ministro degli Esteri, incarico che mantiene fino al 1943. Alla riunione del Gran Consiglio del Fascismo, è fra i sostenitori della “Mozione Grandi”, che portera’ alla caduta di Mussolini.Ciano, con la famiglia, viene fatto fuggire dal servizio segreto tedesco e trasportato in Germania. 
Dopo l'armistizio di Cassibile e la successiva costituzione della Repubblica Sociale Italiana (RSI), il suo nome è incluso nella lista dei traditori che i repubblichini vogliono giustiziare per il voto del Gran Consiglio; anche i tedeschi fanno pressione in tal senso. Ciano viene trasferito da Monaco a Verona, dove è consegnato alla polizia della RSI e rinchiuso nel carcere degli Scalzi. Processato davanti al tribunale speciale per alto tradimento, viene condannato a morte. Dopo un vano tentativo ad opera della moglie (Mussolini non intervenne) di scambiare la sua vita con la consegna dei suoi Diari, l'11 gennaio 1944 Ciano viene fucilato alla schiena nel poligono di tiro della fortezza di San Procolo, a Verona. 

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