Mario Paci, Maestro Direttore d'Orchestra

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Il Direttore d'Orchestra Mario Paci
a Shanghai
La città di Shanghai manteneva un`orchestra sinfonica sin dal 1914, composta da musicisti tedeschi, filippini e italiani, sotto la direzione del Maestro Buck. Durante la Prima Guerra Mondiale si ridusse di numero e perse il proprio prestigio. Nel 1919, il Consiglio Municipale di Shanghai affidò la riorganizzazione dell’orchestra all’italiano Mario Paci,[1] che la rinominò: Shanghai Municipal Orchestra[2].

Nelle “Cronache della vita delle comunità italiane in Estremo Oriente[3]” il Maestro Paci testimonia, con un articolo, l’attività ventennale della sua orchestra, non tralasciando le difficoltà iniziali: “Il primo anno, per ragioni economiche, si volle tentare di formare la nuova orchestra con soli elementi locali. Ma il tentativo non dette risultati brillanti, e il Consiglio dovette approvare un bilancio per le spese d’ingaggio in Europa di un certo numero di strumentisti  specializzati, e fu così che un gruppo di buonissimi musicisti italiani vennero nel ’21 ad occupare i posti principali in Orchestra, conferendole in tal modo un carattere musicale d’italianità ben delineato.”


La stagione sinfonica iniziava ad ottobre per terminare a maggio, durante l’anno c’era spazio per oltre trenta concerti, che proseguivano all’aperto durante la stagione estiva. Si prediligeva l’esecuzione di compositori classici italiani e dei grandi operisti; nonostante le difficoltà nel reperire partiture moderne, l’orchestra proponeva anche composizioni di giovani maestri, come Respighi[4], a cui il maestro Paci era stato legato da amicizia. Un posto speciale era occupato dalle esecuzioni di musica sacra, che riscuotevano un particolare successo tra il pubblico internazionale, soprattutto cinese.

L’Orchestra Municipale nei venti anni di attività aveva acquisito una reputazione artistica nel mondo musicale ed era largamente seguita dal pubblico di Shanghai, la rivista Marco Polo segnalava i successi delle manifestazioni culturali, sottolineando l’opera dei vari musicisti italiani che occupavano nell’orchestra posizioni di grande responsabilità.

Gli appuntamenti stagionali erano spesso affiancati da concerti tenuti per occasioni speciali alla Casa d’Italia. Come il concerto di beneficenza a favore dell’Opera delle figlie di Maria Ausiliatrice, organizzato dalla Ambasciatrice Marchesa Taliani de Marchio, che vantava un programma di tutto rispetto, con musiche di Haendel, Schumann e Bach, presieduto dalle rappresentanze italiane più importanti, tra cui il R. Console Generale Luigi Neyrone.[5]

La gestione dell’orchestra era affidata ad un Comitato Amministrativo, presieduto da Luigi de Luca, che ricordiamo, ricopriva il ruolo di presidente della rivista Marco Polo. In una richiesta di fondi del maggio 1938[6], De Luca descrive le difficoltà e le necessità dell’orchestra. Fino al 1937, il mantenimento (200.000 dollari cinesi) era interamente a carico del Municipio del Settlement, ma all’inizio del 1938 si manifesta una tendenza sfavorevole a questo finanziamento, considerato un lusso oneroso per le difficoltà finanziarie in cui si versava, così il presidente si rivolge al Console Generale di Francia per ottenere un aiuto finanziario. Ottiene un contributo di 20.000 dollari cinesi, che alleggerisce il finanziamento del Municipio. Nel fare l’offerta il Console di Francia esprime il desiderio di veder rappresentata in maggior misura l’esecuzione della musica francese moderna, e conoscendo le difficoltà nel reperire partiture moderne, si rende disponibile a procurare nuova musica.

Il Comitato si rivolge al Governo italiano, chiedendo nuove partiture di musica, soprattutto moderna, per ampliare il repertorio e proseguire nell’opera di propaganda culturale; inoltre, ottenendo un finanziamento di sei o sette mila dollari riuscirebbe ad assumere giovani violinisti cinesi, supplendo alla debolezza numerica degli archi e favorendo l’integrazione. Il Ministero, considerando l’Orchestra Municipale di Shanghai come strumento di propaganda, accorda nel luglio del 1938 un contributo annuo di lire 30.000 e la disponibilità finanziaria per l’acquisto di nuovo materiale musicale fino a lire 20.000. 

L’orchestra operava in un contesto internazionale, ed era composta da 45 musicisti di varie nazionalità; tuttavia risentiva fortemente dell’impostazione italiana: dodici orchestrali erano italiani e ricoprivano ruoli importanti, come il Maestro sostituto, i due primi violini, il primo flauto, i corni ed i clarinetti. Inoltre, la Direzione era affidata ad un Maestro italiano, Mario Paci, e la stessa gestione amministrativa era in mano ad un italiano; non stupiscono pertanto le richieste di finanziamenti al Ministero della Cultura Popolare.

Il telegramma del 5 marzo 1940[7] dell’Ambasciatore Taliani ci conferma l’uso delle sovvenzioni: “Musica già acquistata appare sufficiente per stagione concerti in corso, orchestra chiede soltanto che le siano prestate le partiture: Serva Padrona di Pergolesi e Tancredi di Monteverdi, accompagnata quest’ultima da bozzetto e descrizione dell’edizione Scaligera. Le due opere verrebbero date per quattro speciali serate italiane all’inizio prossima stagione. Quello che rimane delle 20.000 lire già accordate per l’acquisto ed il noleggio della musica, preparo elargizione a titolo premio eccezionale ai dodici esecutori italiani, che costituiscono spina dorsale di questa orchestra. Viva raccomandazione accogliere questa mia richiesta in quanto speciale situazione Shanghai e condizioni di vita detti esecutori quanto mai difficili. Orchestra Municipale ha sempre continuato dare grande rilievo alla musica italiana antica e moderna.” I finanziamenti giungono regolari, seppur con qualche difficoltà, fino al 1941.

Nel primo numero (1939), il Marco Polo aveva presentato e festeggiato i venti anni di attività dell’Orchestra Municipale di Shanghai, con un articolo del Maestro Mario Paci; nel 1942 ne annuncia il ritiro dall’attività, celebrandone la carriera con un articolo[8] che riporta la sua biografia. Lo stesso Maestro Paci, in occasione dell’ultimo concerto a Shanghai, aveva scritto in inglese una breve narrazione della sua vita. Nato a Firenze nel 1878, fin da giovanissimo aveva manifestato una spiccata abilità per il pianoforte. Ancora ragazzo, un incontro fortunato a Roma con il Maestro Sgambati[9] lo portò a diventare suo allievo, in seguito riuscì ad entrare al Conservatorio di Milano, e da lì iniziare la sua carriera come pianista alla Scala. Spinto dalla curiosità e dalla giovinezza, venne assunto da A. Storck, un importante impresario che ebbe un ruolo di rilievo nell’organizzazione della vita musicale di Shanghai nei primi decenni del XX secolo, e partì alla volta dell’Estremo Oriente. Arrivò a Shanghai nel dicembre del 1918 e l’anno successivo ricevette l’incarico di ridare lustro all’orchestra. Nel 1942 lascia il posto di direttore, in seguito al sempre più crescente controllo dell’orchestra da parte dei giapponesi. Morirà a Shanghai nel 1946.






[1] Vedere Appendice figura n. 3
[2] Il nome cinese dell’orchestra è: Shanghai gongbuju yuedui 上海工部局乐队. Vedere Appendice figura n. 4.
[3] Mario Paci, “Vent’anni dopo”, Marco Polo, 1 (1939), pp.153-154
[4] Ottorino Respighi (1879-1936)
[5] “Vita delle comunità italiane in Estremo Oriente”, Marco Polo, 3 (1940)
[6] ASDMAE, Serie Affari Politici, Cina 1931-45, B 76
[7] ASDMAE, Serie Affari Politici, Cina 1931-45, B 89
[8] Mario Paci, “Farewell to the Shanghai Municipal Orchestra”, Marco Polo, 12 (1942)
[9] Giovanni Sgambati (1841-1914)


 Testo citato da Sara Ovidi " La Rivista Marco Polo nel Settlemente Internazionale di Shangha (1939-1943)." Tesi di Laurea. Facolta` di Studi Orientali. Universita` degli Studi di Roma "La Sapienza".

1 commento:

  1. mio nonno era il primo corno ! L' anno scorso i cinesi si sono forse ripresi il loro passato festeggiando i 130 anni dell'orchestra ma quello che è successo dopo il 1942 è tabù ....

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