Martino Martini

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Nacque a Trento da una famiglia di mercanti il 20 settembre 1614. Terminati gli studi superiori a Trento nel 1631, Martini entrò, l'anno seguente nella Compagnia di Gesu’ e fu mandato a Roma per studiare lettere classiche e filosofia nel Collegio Romano (1634-37). Tuttavia, il suo interesse principale era per l’Astronomia e la Matematica. La sua richiesta di andare missionario in Cina gli era già stata accordata da Muzio Vitelleschi, il Generale di allora dei Gesuiti. Fece i suoi studi teologici in Portogallo (1637-39) e fu ordinato sacerdote a Lisbona nel 1639.

Nel 1640 salpò da Lisbona per le Indie orientali assieme ad altri 24 gesuiti e arrivò a Macao nel 1642, dove studiò cinese per un certo tempo. Nel 1643 si stabilì a Hangzhou, capoluogo della provincia dello Zhejiang, in Cina, dove inizia l'attività di missionario. Da lì fece molti viaggi allo scopo di raccogliere informazioni scientifiche, specialmente sulla geografia dell’impero Cinese: visitò molte province, così come Pechino e la grande muraglia.
Durante la sua lunga permanenza in Cina Martini ha appreso la lingua locale, avvalendosi anche dell'esperienza maturata dai confratelli come Matteo Ricci. Martini, per la prima volta per un europeo, ha redatto la propria opera geografica e cartografica proprio basandosi sulla precedente conoscenza del territorio elaborata dalla tradizione culturale cinese. In questo senso, la sua opera è nettamente più precisa dell'opera di Ricci. La sua opera più nota, lAtlas Sinensis (1655), venne scritta in latino, ossia la lingua più diffusa fra i dotti in Europa: il fatto che l'editore, Joan Blaeu, fosse uno tra i maggiori d'Olanda assicurò alla sua opera il tramite di un'ampia e capillare rete di distribuzione. Nei decenni successivi è difficile trovare opere di cartografi europei più precise ed accurate di quelle di Martini. Scrisse anche altre opere ma purtroppo la sua grammatica rimase solo manoscritta, altrimenti sarebbe stata la prima grammatica cinese pubblicata in lingua occidentale. Ciò non toglie però che anche in questo campo Marini sia stato un precursore.
Nel 1651 Martini partì per Roma come Delegato delle Missioni Superiori Cinesi. Approfittò del lungo ed avventuroso viaggio. Inoltre, mentre era in viaggio verso Roma, incontrò tipografi ad Anversa, Vienna e Monaco di Baviera per sottoporgli i suoi scritti storici e cartografici che aveva preparato. I suoi lavori furono stampati e lo resero famoso. Raggiunse Roma solo nella primavera del 1655.
A Roma ci fu la parte più difficile del suo viaggio. Egli aveva portato (per gli uffici della Santa Sede) una comunicazione lunga e dettagliata dai gesuiti missionari in Cina, in difesa della loro inculturazione missionaria ed approccio religioso: i così detti Riti Cinesi (Venerazione degli antenati, e altre pratiche permesse ai nuovi Cristiani). Discussioni e dibattiti andarono avanti per cinque mesi, alla fine dei quali venne promulgato un decreto in favore dei gesuiti (23 marzo 1656). La battaglia era vinta, ma la controversia non era placata.
Nel 1658 fece ritorno in Cina, dopo un viaggio molto faticoso, portando con sè il decreto favorevole. Egli si occupò di nuovo delle attività pastorali e missionarie nella zona di Hangzhou dove costruì una chiesa a tre navate che è considerata una delle più belle del Paese (1659-61). Appena terminata la costruzione della Chiesa, egli morì di colera (1661)
Gli scienziati di oggi sono sempre più interessati al lavoro di Martini, egli è acclamato come il padre della scienza geografica Cinese.
A Martino Martini è intitolato l'Istituto di Istruzione Martino Martini.
Nel 1997 un gruppo di docenti dell'Università di Trento ha fondato l'associazione culturale Centro Studi "Martino Martini". Il gesuita è stato scelto in quanto «propugnatore ante litteram del dialogo e della cooperazione fra le civiltà europea e cinese.»[
L'associazione sta curando la pubblicazione dell'opera omnia di Martini
Durante un convegno internazionale organizzato nella città di Trento (sua città natale) un membro dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali, il professore Ma Yon disse: «Martini fu il primo a studiare la storia e la geografia Cinese con obiettivo rigore scientifico, l’ampiezza della sua conoscenza della cultura cinese, l’accuratezza delle sue ricerche, la profondità della sua comprensione dei concetti cinesi sono esempi per i moderni sinologi». Ferdinand von Richthofen chiamò Martini «Il più grande geografo della missione Cinese, che non è stato uguagliato da nessun altro nel XVIII secolo …. Non ci sono stati altri missionari, né prima, né dopo, che hanno fatto un uso così diligente del proprio tempo nell’acquisire informazioni riguardanti il paese.» (China, I, 674 sq.)
Marini era riuscito a farsi benvolere dai cinesi. Ci era riuscito a tal punto che per qualche tempo dopo la sua morte il suo corpo fu oggetto di venerazione e culto anche da parte dei cinesi non cristiani. Al contrario, non era amato dagli occidentali, neppure dai suoi confratelli che lo chiamavano “stampo per ostie” quasi ad alludere ad i suoi modi un po’ troppo pesanti,un po’ troopo tedeschi. La poca simpatia nei suoi confronti restava, dovuta forse a un inconscio senso di invidia e di fastidio per la sua prodigiosa attività ed energia, per il suo fare da primo della classe e per la sua efficienza.
Fonte: G. Bertuccioli e F. Masini. Italia e Cina. Laterza. 1996. Roma.


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