Nino Brondello nasce a Cuneo e arriva a Shanghai nei primi mesi del 1939, è un ingegnere, ha combattuto in Abissinia e prende alloggio nella concessione francese. La Shanghai Municipal Police conserva un dossier su di lui e la sua storia conduce al sottobosco di spie che popola la Shanghai degli anni 30. Nel corso della missione italiana un gruppo di cinesi si era specializzato in aeronautica al Politecnico di Torino. Probabilmente Brondello ha sentito da loro che a Shanghai c' è bisogno di piloti, forse è stato inviato dai servizi segreti, più probabilmente si muove da solo, di sicuro si schieramolto presto con i giapponesi e con Wang Ching Wei. Dagli archivi della Shanghai Municipal Police riaffiorano intrighi semisepolti. Il dossier su Brondello è classificato D 8986 (C): “Secondo informazioni fornite da una fonte straniera affidabile, la campagna di Wang Ching Wei in questa parte della Cina si sta internazionalizzando.
I suoi uomini più importanti investono molto denaro in case da gioco clandestine e fumerie d’oppio, con queste enormi somme il generale Liu Hai-Cheng mantiene una forza di 900 agenti, cinesi e stranieri, impegnati in vari tipi di attività segrete. La mia fonte straniera ha scoperto un grande numero di agenti stranieri, tra i quali un certo Ing. Nino Brondello, un ex ufficiale italiano, un certo Conte Du Berrier, un trafficante di armi francese, e Mr. Wright, un giovane canadese. Il mio informatore crede che questi stranieri, oltre a raccogliere informazioni per Wang Ching Wei, comprino armi e munizioni per il loro capo. Le loro case sono ben sorvegliate e tutti girano armati di pistole dovunque vadano. Mr. Brondello ha riferito alla mia fonte che Wang Ching Wei riceve un sussidio dai giapponesi ogni mese (…). Questi uomini potrebbero essere coinvolti nell’eliminazione fisica dei nemici politici di Wang Ching Wei. Sembra inoltre che Mr. Li Lien Fang (altro uomo di Wang Ching Wei) voglia inviare Wright ad Hankow, du Berrier a Nanchino e Brondello a Wuhu per importanti missioni di “ricostruzione” di queste città. Il mio informatore sta lavorando duramente per ottenere più informazioni. Ella ha ottenuto la piena fiducia di tutti questi stranieri”. Conferma di questa denuncia si ritrova anche da quanto riportato dallo storico Bernard Wasserstein nel suo “Secret War in Shanghai” in cui si riporta una lettera in cui du Berrier conferma le sue frequentazioni con Brondello: “È appena tornato dall’Abissinia, – scrive alla sorella – ma non abbiamo mai litigato in merito”. Hilaire du Berrier, altro esemplare dei tipi umani che la situazione politica shanghainese attira come calamite. Nato nel North Dakota, impara a pilotare aerei in un circo, ma si spaccia per un conte francese. Nel ’35 è in Abissinia, a combattere per il Negus; nel ’36 è in Spagna, dalla parte repubblicana; arrivato in Cina, è pronto per un giro di valzer con i giapponesi. Un’altra informativa lo descrive come “un avventuriero mercenario, pronto a vendere le sue abilità di pilota al migliore offerente”. Nella lettera di du Berrier si accenna di sfuggita a “una ricca divorziata straniera che manda il suo autista a prendere Brondello ogni giorno”: “per questo lo chiamiamo “tesoruccio”, cosa che lo infastidisce molto”. L’informatrice della Shanghai Municipal Police aveva guadagnato la “fiducia totale” degli agenti stranieri di Wang Ching Wei. Era straniera anche lei. Un identikit che si adatta alla perfezione all’amante di Brondello. Mentre secondo la misteriosa fonte degli inglesi Brondello e du Berrier tessono le loro sciarade a Route Père Robert, a qualche via di distanza le informazioni si ottengono con altri metodi. L’intero ultimo piano di un ristorante di Nanking Lu è stato requisito da Nancy Li, la vedova di un diplomatico cinese che collabora con i giapponesi. La casa è raffinata, ospita solo militari e uomini d’affari, e tra le ragazze c’è la contessina Bianca Sannino Tam, passata nel giro di pochi anni dalla villa di famiglia in Liguria alle lanterne rosse della Concessione Francese. Bianca è bionda, bella, parla inglese, francese e un ottimo mandarino imparato dal marito Tam Giam Chao, un pilota cinese che ha studiato all’Accademia di Modena. Si è arenata a Shanghai dopo averlo scoperto con una concubina della base militare di Tuyun, ha due figli con sé e l’offerta di reclutamento di Nancy Li arriva proprio quando si interrompono gli assegni di Tam. Tutte le confidenze a cui si abbandonano i clienti importanti nel letto di Bianca vengono trasmesse a Kesoke Kurata, un ufficiale dell’esercito giapponese di stanza a Nanchino che qualche tempo dopo aumenta la posta in gioco: Bianca ha vissuto nella base di Tuyun, sa com’è costruita e ha visto le armi utilizzate dai Flying Tigers, i piloti americani agli ordini del leggendario Lee Claire Chennault che aiutano i cinesi. Bianca accetta di vendere le informazioni.
Tratto da: 1939, Tre Spie Italiane a Shanghai. A. Alia. ANNO XI NUMERO 36- PAG III. IL FOGLIO QUOTIDIANO. Sabato 11 Febbraio 2006.
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