Bamboo Hirst: "Vado a Shanghai a comprarmi un cappello"

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Scrittrice di madre cinese e padre italiano, Bamboo Hirst vive in Cina, sua terra natale, fino all'età di tredici anni, dal 1940 al 1953. Costretta dagli eventi, lascia Shanghai nel 1953 e raggiunge Napoli dopo 70 giorni di avventurosa navigazione a bordo di una nave greca. Sposata a un inglese, attualmente vive a Milano, dove si occupa di moda. Ha pubblicato diversi romanzi: Il mondo oltre i peschi in fiore, 1989; Inchiostro di Cina, 1992; Cartoline da Pechino, 1994; Figlia della Cina, 1999; Il riso non cresce sugli alberi, 2002; Blu Cina, 2005; e  Vado a Shanghai a comprarmi un Cappello, 2008.









Alcuni brani estratti dal libro "Vado a Shanghai a comprarmi un Cappello" che riportano alcune informazioni sugli italiani a Shanghai .








 ...La determinazione dei giapponesi si era manifestata con la presa dello Shantung nel 1919 che aveva provocato il Movimento del 4 maggio: da allora le loro ambizioni non si erano arrestate.Il Movimento del 4 maggio si svolse a Pechino – e poi a Shanghai – in reazione alla Conferenza di Versailles, dove si era deciso di trasferire i diritti territoriali dello Shantung, tedesco dal 1897, al Giappone. I nipponici collaboravano col signore della guerra Zhang Zuoling che, distratto da Shanghai e da Edda Mussolini, lasciò conquistare ai giapponesi la Manciuria (1931), regione ricca di carbone, ferro, grano, pesce. L’armistizio del 5 maggio 1932 sancisce la vittoria giapponese e 14.000 morti. Nonostante questo, a Shanghai sorgevano nuovi edifici.”…











...“Il partito nazista era arrivato a Shanghai nel 1933 dove aveva, per 2.500 $ al mese, il Bureau di Propaganda al 16° piano del Park Hotel, e tramite cui raccoglieva i rapporti da Filippine, Sudamerica e Bangkok per rispedirli a Berlino. Lo smacco più grosso fu fatto dal great illegal Richard Sorge, diplomatico tedesco che lavorava per il controspionaggio russo. Anche l’armistizio di Cassibile dell’8 marzo fu per i tedeschi uno smacco: i tedeschi dipendevano, a Shanghai, dalla radio italiana."...


...“L’8 dicembre 1941 accadde qualcosa di impossibile: un attacco diretto alla Concessione Internazionale. I due leoni fuori dalla HSBC, il più grande simbolo del capitalismo britannico, furono portati via, e al posto della bandiera inglese venne issata quella del Sol Levante. La Concessione Francese era l’unica zona a non essere stata occupata dai giapponesi: la Francia aveva mantenuto una politica di neutralità e assicurato al Giappone che avrebbe represso tutte le attività antinipponiche nella loro Concessione.  I conquistatori prepararono l’internamento in massa dei civili stranieri che non erano riusciti a fuggire: 7.700 in tutto; i campi di internamento della città erano i peggiori; meglio quelli di campagna: si poteva coltivare riso, verdure, patate dolci, cereali. Tedeschi e italiani, gli alleati, furono risparmiati; gli ebrei russi costretti a riunirsi a quelli di Hongkew del 1939: Tokyo non accolse la richiesta di sterminio di Hitler perchè sospettoso delle sue ideologie razziali”...
...“Dopo l’ 8 settembre gli italiani vacillano: il Giappone considera l’Italia un Paese nemico e solo chi si professava ancora fascista – nei confronti della Repubblica di Salò (23 settembre 1943) – e firmava un atto di collaborazione riusciva ad evitare ritorsioni, come il Console Generale Pagano di Melito. Gli italiani che non firmarono l’atto si ritrovarono nella stessa categoria degli inglesi.”...
...“Dalle radio tenute nascoste, nel maggio 1945 i prigionieri vennero a sapere della resa della Germania. Le notizie furono confermate dai volantini lanciati dagli aerei degli Alleati: «State calmi, non lasciate il campo, stiamo arrivando in Vostro aiuto»”.....
Vado a Shanghai a comprarmi un cappello, Bamboo Hirst, 2008.

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